Unire la transizione elettrica alla moda dei revival è una mossa che pochi costruttori hanno finora intrapreso. Renault fa eccezione, visto che ha deciso di affidare la prossima fase della sua offensiva elettrica a modelli che riportano in auge i fasti di autentiche icone del passato come la R5 e la R4. E a rendere ancora più suggestiva l’operazione c’è il fatto che, are available passato, per la prima in particolare è prevista anche una versione Alpine.
In questo modo, Renault non si limita a rendere omaggio alla capostipite delle sue utilitarie di successo, ma celebra anche quelle che sono state le sue prime versioni “pepate”, le R5 Alpine e Alpine Turbo, e che hanno anticipato la moda, più diffusa nei successivi Anni ’80, delle piccole sportive.
Voglia di correre
Dal 1972, anno del lancio, fino al 1976, il ruolo della Renault 5 si limita a quello di vetture da passeggio: piccola ma moderna e piacevole nel disegno, pratica grazie al portellone, mai più che brillante con i suoi motori da 0,8 a 1,3 litri , non sembra avere particolari velleità sportive.
Questo, almeno, fino a che la Casa non determine di provare a darle un po’ di carattere e la affida alle treatment della Alpine, la manufacturing facility di Dieppe specializzata in auto da competizione che sarà definitivamente rilevata dalla stessa Renault nel 1978 dopo anni di collaborazione.

Alpine, che “firma” il progetto anche commercialmente, installa sotto il cofano un motore sempre quattro cilindri ma 1.4, della serie “Cleon-Fonte”, con teste emisferiche e carburatore doppio corpo, unità che poi arriverà anche sui più tranquilli modelli TS e TX in una versione più mansueta da 63 CV.

Renault 5 Alpine 1976, posteriore
Qui invece la potenza è di quasi il 50% superiore, ben 93 CV a 6.000 giri/min, abbastanza per spingere i suoi 850 kg fino a 175 km/h e scattare da 0 a 100 km/h in meno di 10 secondi con la complicità del cambio a cinque rapporti proveniente dalla R16.

Renault 5 Alpine 1976, plancia
L’impianto frenante, che deriva invece dalla R12, è misto, dischi anteriori e tamburi posteriori, e le ruote sono da 13″, mentre barre di torsione, barre antirollio e ammortizzatori sono specifici. All’esterno si distingue, oltre che per la scritta sulle fiancate, per i cerchi e per il paraurti con fendinebbia integrati.

Renault 5 Alpine Turbo 1982
La Alpine Turbo
La R5 Alpine incontra un buon successo e proietta la piccola francese verso un’escalation che si concretizza tre anni dopo, quando partendo da lei viene realizzata una vettura da corsa Gr.B con motore posteriore sovralimentato chiamata semplicemente R5 Turbo, di cui naturalmente esiste anche una variante stradale prodotta in due distinte serie.

Renault 5 Alpine Turbo 1982, motore
Sull’onda dell’entusiasmo, la Casa determine di alzare il livello prestazionale della Renault 5 Alpine e nel 1982 la sostituisce con la Alpine Turbo, dotata dello stesso motore 1.4 ma ora sovralimentato con un turbocompressore Garrett e forte di ben 110 CV a 6.000 giri/min.

Renault 5 Alpine Turbo 1982, interni
L’aumento delle prestazioni suggerisce al crew Alpine, che cura direttamente l’assemblaggio di questi modelli nel suo stabilimento di Dieppe, di rivedere la telaistica. Si passa perciò all’impianto frenante con dischi anche al posteriore e l’assetto viene irrigidito. Così equipaggiata, malgrado un peso superiore di 20 kg, la piccola francese tocca quota 185 km/h e riduce il tempo dello 0-100 advert appena 7,5 secondi.

Renault 5 Alpine Turbo 1982, meccanica
Eredi indirette
La R5 Alpine Turbo resta in produzione fino alla advantageous della carriera della Renault 5, vale a dire fino al 1985, quando il modello viene sostituito dalla Supercinque, più moderna nell’architettura e nell’impostazione. Anche questa ha varianti sportive molto apprezzate anche in ambito agonistico, che però non portano più la firma dell’Alpine.
Per vedere di nuovo una vettura che rimetta insieme questa suggestione occorre dunque aspettare la Alpine A290, basata sulla nuova R5 elettrica che Renault ha annunciato per il 2024. Oggi, una R5 Alpine originale della prima serie ha un valore superiore ai 10.000 euro, mentre una Turbo in buone condizioni supera i 13.000 euro.
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